La separazione dei beni: diritto di libertà

Il matrimonio in Italia è considerato un’ istituzione sacra sia dal punto di vista religioso ma anche e soprattutto dal punto di vista legale poiché esso costituisce un vero e proprio contratto. Spesso però il rapporto di coppia non sempre va per il meglio ed è per questo che a molti neosposi viene consigliato di scegliere un regime di separazione dei beni quando si va a firmare per ufficializzare davanti alla legge il legame.

Come si suo dire se son rose fioriranno, ma nel caso fossero spine è sempre meglio tutelarsi dal punto di vista economico. È raro infatti che un rapporto matrimoniale finisca in maniera pacifica e si tende a voler far del male al partner in ogni modo possibile, soprattutto economicamente parlando. La separazione dei beni è quindi garanzia di libertà per chi la sceglie come opzione economica per regolare il proprio matrimonio ed offre indubbiamente molti vantaggi.

In questa modalità, che fino al 1975 era l’ opzione automatica che veniva applicata a tutti i matrimoni salvo diversamente specificato dai coniugi, ogni parte mantiene il potere decisionale completo sul proprio patrimonio che rimane separato, anche per beni o eredità acquisiti durante il matrimonio. La separazione dei beni quindi assicura una certa autonomia economica dei soggetti che non sono obbligati a rendere conto all’altro di come decidono di impiegare i propri averi.

Richiedere la separazione dei beni prevede un atto di convenzione matrimoniale stipulato dai coniugi davanti ad un notaio. Questo documento può essere redatto in qualunque momento, sia prima, che durante che dopo il matrimonio, con l’unica differenza dei beni che entreranno o meno a far parte di questo tipo di regime economico.

Santa Napolitani Autore

Curatrice editoriale per lavoro, arredatrice per passione. Da oltre 20 anni sono attiva nel settore giornalistico a più livelli, avendo iniziando nella redazione de "Il Messaggero" come corrispondente. Oggi sono la responsabile editoriale di varie testate online.

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