Scongiurato il pericolo del ricorso contro le presunte irregolarità imputate al numero uno del Carroccio, Salvini rimane leader della Lega e può finalmente procedere alla presentazione delle liste del proprio partito per le prossime elezioni politiche in programma per il 4 Marzo. La vicenda ha tenuto in allerta le fila leghiste per quasi una settimana ma finalmente il partito può tirare un sospiro di sollievo.
L’ attacco alla leadership salviniana è avvenuto da parte di Zoraide Chiozzini, militante leghista che all’epoca dell’elezione di Salvini quale leader della Lega, correva nella lista dell’ attuale assessore lombardo all’agricoltura Giovanni Fava. L’accusa, sottoscritta dai legali Roberto Malizia e Brigida Troilo, sosteneva che durante la nomina di Matteo Salvini a massimo rappresentate della Lega, vi fossero state alcune irregolarità tali da rendere illegittima la sua vittoria.
Sembra infatti che la candidatura di Matteo Salvini sia stata presentata in ritardo rispetto all’orario di scadenza dell’ 11 Maggio 2017 fissato per le ore 13:00. Ciò avrebbe invalidato la sua riconferma a leader della Lega eppure i giudici non hanno riscontrato alcuna irregolarità nelle elezioni interne al partito, così il ricorso è stato annullato e Salvini è ancora ufficialmente leader della Lega.
L’accusa aveva chiesto la sospensione del capo del partito e di tutto il consiglio federale, sollevandoli dai loro incarichi con effetto immediato, oltre che impedire loro di poter concorrere alle prossime elezioni. Fortunatamente per il partito leghista le accuse si sono rivelate infondate rendendo così possibile il normale svolgimento del programma elettorale. Che sia stata una manovra studiata ad hoc per provare a rallentare il partito del Carroccio?