Lo storico no della giunta comunale di Roma, nella persona del sindaco Virginia Raggi, alla candidatura della Capitale per ospitare le Olimpiadi del 2024 ha fatto il giro del mondo. Oggi il presidente del CONI Giovanni Malagò, seppur a malincuore, ha dato la conferma definitiva del ritiro della candidatura di Roma dalla corsa alle votazioni tramite lettera inviata al Cio (Comitato Olimpico Internazionale), il comitato che si occupa della gestione e dell’assegnazione di fondi per la realizzazione dei più grandi eventi sportivi del mondo.
Il presidente Malagò si è detto profondamente amareggiato dalla scelta che ha dovuto operare, ma ormai secondo quanto dichiarato, l’ Italia dello sport agli occhi del Cio, aveva perso la sua credibilità dopo quel no inaspettato da parte del comune di Roma. Nonostante vi fossero piani alternativi per poter continuare autonomamente con la candidatura della Capitale, il dissenso fra i governanti di Roma avrebbe rischiato di trasformare la scalata in una battaglia ancora più aspra di quanto già non sarebbe stata.
Da qui la scelta di ritirare la candidatura da parte del presidente del CONI, che ha continuato ribadendo quanto questo evento riporti indietro di almeno un centinaio di anni i progressi del comitato olimpico italiano, che era finalmente riuscito a guadagnare una certa credibilità sul panorama internazionale. Un vero peccato, continua Malagò, perché aveva già organizzato una commissione che il Movimento dei penta stellati avrebbe quasi sicuramente trovato di proprio gradimento.
La volontà del presidente del CONI era quella di avere un’ Olimpiade pulita, supervisionata da Nerio Alessandri come presidente del comitato organizzativo (figura molto apprezzata al Cio), affiancato dall’ architetto di fama mondiale nonchè amico di infanzia di Beppe Grillo, Renzo Piano, e dal Generale Enrico Cataldi, procuratore generale dello sport, già contattato dalla giunta comunale romana per le sue competenze.
Insomma era tutto pronto ed il miliardo e 700mila dollari che il Cio avrebbe erogato per il rilancio di Roma avrebbero sicuramente aiutato la giunta Raggi a risanare una città allo sbando. Quindi quanto è stata saggia la scelta del sindaco di dire NO?