Riconoscere un buon ristorante solo dal menu

Il ristorante è da sempre il modo migliore per socializzare. Il cibo fa da contorno al dialogo da tempi immemori ma oggi si cerca prima di tutto la qualità. Secondo un esperto ispettore di una famosa rivista britannica sarebbe possibile riconoscere la qualità del ristorante, del servizio e del cibo offerto, solo guardando il menu. Che sia vero? Vediamo insieme cosa sostiene l’esperto.

Leggere recensioni online, articoli o ascoltare il passaparola di chi già lo ha provato prima di noi è sempre un buon inizio ma non necessariamente una sicurezza, principalmente perchè i gusti personali influenzano molto il giudizio e quello che può piacere ad una persona, potrebbe infastidirne un’ altra. Il critico però ci vuole dare alcune linee guida che a parer suo potrebbero aiutarci nella scelta più congeniale e comincia proprio con un’ affermazione che va contro corrente rispetto all’idea generale di qualità.

Si decanta spesso in ambito culinario la rilevanza della stagionalità del prodotto impiegato. Bene il suddetto ispettore asserisce che non è in realtà poi così fondamentale che si rispetti questo principio, o almeno non costituisce un fattore determinante per la qualità del ristorante. Altro punto su cui ci mette in guardia è il design del menu ed linguaggio che viene usato in esso.

Un menu troppo impreziosito da ghirigori fantasiosi, stili di scrittura particolarmente ricercati e rilegature in similpelle rischia di non adempiere adeguatamente alla funzione che si prefigge. Meglio dunque optare per la semplicità, un foglio unico ad esempio che riassuma a livello essenziale i piatti disponibili è la scelta da fare. Medesimo discorso vale per le descrizioni dei piatti; il critico ci mette infatti in guardia dai paroloni altisonanti come trionfi e letti di, avvolgimenti e spruzzatine, il linguaggio deve essere semplice e comprensibile a tutti e deve esplicare efficacemente il piatto.

La troppa scelta dei piatti è un altro punto a sfavore del nostro ipotetico ristorante. Pagine e pagine di prelibatezze, spesso anche di origine etnica diversa, tutte mischiate fra di loro, denotano poca cura nel piatto che andremo a degustare, senza contare il caos che potrebbero creare in cucina. L’attenzione del critico si sposta poi sulle materie prime che devono provenire da una filiera a corto raggio e che denotano quindi una certa consapevolezza da parte dello chef.

Santa Napolitani Autore

Curatrice editoriale per lavoro, arredatrice per passione. Da oltre 20 anni sono attiva nel settore giornalistico a più livelli, avendo iniziando nella redazione de "Il Messaggero" come corrispondente. Oggi sono la responsabile editoriale di varie testate online.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *