I più appassionati di calcio sapranno sicuramente che Roma ha avuto una terza squadra di calcio a cui i tifosi erano estremamente affezionati: la Lodigiani. In questo articolo ne ripercorreremo i momenti salienti, scoprendo i motivi per cui tanti ancora la considerano un’ eccellenza del cacio capitolino.
Associazione Sportiva Lodigiani: l’ evoluzione
Fondata nel 1972 da Giuseppe Malvicini, la Lodigiani è inizialmente la squadra di calcio aziendale dell’ omonima Lodigiani Costruzioni S.p.A. , una delle più note aziende edili dell’ epoca. Dopo i primi tornei amatoriali che l’hanno vista vittoriosa (rispettivamente SACOP e il trofeo Giovanni XXIII), la squadra si affilia ufficialmente alla FIGC nel 1974.
Dopo la fusione con l’A.C. Orma I.T.R. Vescovio di Roma, arriva a piazzarsi al terzo posto nel campionato di seconda categoria. Da qui in poi l’ascesa è stata inarrestabile e , seppur con qualche capitombolo qua e là, è riuscita a raggiungere il campionato di serie C1 permanendovi dal 1991 al 2002. È proprio in questa fase che un giovane Luca Toni, attaccante esordiente, porta alla squadra nuovo lustro.
Con la crisi di Tangentopoli e la chiusura della Lodigiani Costruzioni, la squadra subisce un duro colpo, rimanendo bloccata per diversi anni nei campionati minori. Dal 2011-2012 fino alla stagione 2017-2018 la società si incentra più sulla gestione delle giovanili e della scuola calcio, ma dalla prossima stagione calcistica, la terza squadra di Roma tornerà ad avere un posto in Prima Categoria.
Il modello ”Lodigiani” esportato nel mondo
Peculiarità che da sempre ha contraddistinto la politica della Lodigiani è la volontà di investire sui giovani. Questo approccio al mercato calcistico è stato ribattezzato in “Modello Lodigiani”, ed è divenuto talmente famoso da richiamare società calcistiche da tutto il mondo (soprattutto del Giappone e dall’ Australia) che venivano a Roma per studiarlo nel dettaglio.
Oltre a ciò la Lodigiani è anche l’ unica squadra ad aver raggiunto le massime categorie senza mai essere inscritta nella “lista nera” del Co.vi.soc.