Come viene regolata la legge 104 per i dipendenti part-time? Come si calcolano i giorni di permesso per assistere un familiare a seconda della tipologia di part-time? A queste e ad altre domande cercheremo di dare risposta nell’articolo seguente, nella speranza di aiutare professionisti e responsabili a capire come funziona questa importante legge e quali vantaggi/svantaggi essa sia in grado di offrire.
Per chi ancora non ne fosse al corrente la legge del 5 febbraio 1992 n. 104, più nota come legge 104/92, è il riferimento legislativo “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. Essa si rivolge dunque sia ai disabili ma anche a chi vive con loro e se ne prende cura ogni giorno. Con questa legge si vuole agevolare l’assistenza senza penalizzare le ore di lavoro perse per poterla fornire. Chi usufruisce di questo diritto può, in soldoni, ottenere permessi pagati in proporzione alle ore lavorative.
La questione però si fa un po’ più complicata per chi lavora part-time e vuole usufruire dei vantaggi della 104. La Suprema Corte ha quindi deciso di emanare una normativa più chiara in merito al calcolo dei permessi retribuiti anche per chi si trova in questa situazione lavorativa complessa, rifacendosi alla Direttiva 97/87/Ce e sentenziando che anche il dipendente part-time ha diritto alla 104, basta ricalcolare i giorni in base al tempo di lavoro.
Legge 104 con part-time orizzontale: considerando una giornata lavorativa di 4 ore, restano i 3 giorni di permesso con un minore numero di ore, come accade per le ferie.
Legge 104 con part-time verticale: il lavoratore che lavora 4 giorni su 6 – oltre il 50% della settimana lavorativa – può usufruire di 3 giorni di permesso per assistere un famigliare, se l’impegno professionale copre un numero di giorni inferiore o solo alcuni periodi dell’anno, è necessario rimodulare i giorni di permesso 104 affinché siano proporzionati alle effettive ore di lavoro.