Il vaccino antinfluenzale è in uso dalla grande pandemia influenzale suina del 2009 ed ha lo scopo di proteggere le persone più vulnerabili, soprattutto anziani e bambini, dai classici malanni di stagione. Oggi vogliamo parlare in maniera approfondita di questo argomento, poiché in questi giorni ha fatto scalpore la notizia di diversi decessi in tutta Italia, avvenuti proprio dopo la somministrazione della dose stagionale di vaccino.
Come funziona il vaccino antinfluenzale?
Prima di procedere con ulteriori considerazioni è necessario comprendere come funziona il vaccino contro l’influenza e perché è necessario aggiornarlo ogni anno. La vaccinazione consiste in una semplice dose di un preparato che viene iniettato al paziente tramite siringe monodose già confezionate e viene definito trivalente poiché copre tre sierotipi di influenza: i due sierotipi H1N1 ed H3N2 per il tipo A ed un sierotipo per il tipo B.
Il problema è che esistono moltissime tipologie di ceppi influenzali ed ogni anno se ne scoprono di nuovi, quindi per garantire una protezione completa, il vaccino viene aggiornato ad ogni stagione dotandolo di copertura verso quei ceppi che si prevede si manifesteranno con più frequenza.
Fidarsi dei vaccini?
La tragica notizia di pazienti deceduti dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale è tema di attualità che ha portato a mettere in discussioni l’affidabilità del trattamento nei giorni scorsi, e al ritiro preventivo da parte del ministero della salute di alcuni lotti sospetti del Fluad.
Ma c’è veramente da temere per la propria salute? I medici dicono di no, pare infatti che le complicazioni post vaccinazione si siano sempre manifestate anche negli anni scorsi, seppur in quantità minima, soprattutto in quei pazienti che hanno superato i 65 anni.
Concludendo, il vaccino antinfluenzale ha protetto molte persone da quando è stato messo sul mercato e una diretta correlazione con le morti di quest’ anno non è ancora stata dimostrata.