Lo sport è un linguaggio universale, parlato in ogni nazione, sia essa diversa per lingua, credo o situazione politica. L’ennesima dimostrazione di questa massima ce l’ha data la riapertura del dialogo fra le due Coree avvenuto pochi giorni fa che, fra i temi principali dell’incontro, ha avuto anche la possibilità di un’ apertura a partecipare alle prossime Olimpiadi anche per gli atleti nord coreani.
Il linguaggio universale capace di far mettere da parte le proprie differenze
“C’era il punto interrogativo sull’atmosfera politica che si sarebbe respirata in Corea, ma sembra che lo sport abbia fatto un miracolo: tutte le nubi si sono dissipate e dove non sono riusciti i grandi della terra è riuscito lo sport. Questa è la conferma di un linguaggio universale” Il presidente del CONI Giovanni Malagò commenta così i risultati della diplomazia e rimarca quanto sia importante coltivare le attività sportive in ogni nazione del globo, sostenendone lo sviluppo e la diffusione.
Durante la conferenza di presentazione del palinsesto RAI dedicato appunto a questo importante evento sportivo, il capo dello sport italiano ha inoltre tenuto a precisare che “Le Olimpiadi sono Olimpiadi, se c’è la Rai sono una cosa, se non c’è sono un’altra. Oggi certifichiamo questa collaborazione che ci dà una visibilità e una forza con numeri che per noi sono fondamentali”.
È un discorso che non tesse solo le lodi alla grande società nostrana dell’ industria televisiva ma che ne evidenzia in realtà un reciproco beneficio di cui ormai è impossibile ed impensabile fare a meno.
L’utilizzo dello sport come linguaggio universale, in questo storico momento di tensioni, è quindi più che mai importante ed i mazzi attraverso cui esse passa devono essere adeguati ed efficienti per poter raggiungere più persone possibili. L’impegno del CONI e della RAI non sarà dunque relativo soltanto alla prossima edizione delle Olimpiadi Coreane, ma si estenderà per tutti gli eventi sportivi del futuro, siano essi piccoli o grandi.